La sua storia |
Il castello di Coazzano, costruito forse per rimpiazzare una precedente fortificazione del sistema difensivo di Milano distrutta dal Barbarossa, nel XIV secolo è proprietà dei Visconti. Alla morte di Bianca Maria di Savoia, a cui il marito Galeazzo Secondo aveva fatto dono del castello, questo viene dato con tutti i suoi terreni alle suore Clarisse che ne hanno possesso fino al XVIII secolo, come conferma il cardinale Federico Borromeo.
Nel 1781 il monastero di Santa Chiara fu soppresso dall'imperatore Giuseppe Secondo d'Austria e tutti i beni, tra cui Coazzano, furono assegnati all'Amministrazione Reale Collegio Ghisilieri di Pavia che attorno al 1890 vende tutti i beni e la proprietà risulta intestata alla contessa Morosini, vedova Negroni Prati.
In questo periodo quello che erroneamente viene chiamato “castello” cessa di essere una cascina fortificata, e viene trasformato in casa colonica per ospitare i lavoratori che coltivavano i campi di riso. Alla famiglia Morosini rimangono intestati tutti i fondi fino al 1963, data in cui viene costituita la fondazione Negroni Prati Morosini che conserverà il possesso fino al 1973.
In questa data la proprietà viene acquisita dalla famiglia Mazzoni.
Il complesso risultava seriamente ammalorato e ha chiesto un decennio di interventi di ristrutturazione per riportare la costruzione allo stato odierno. Alberto Mazzoni e la moglie Cora ne hanno curato la ristrutturazione portando in evidenza tutta la parte storica della cascina fortificata. Il recupero è continuato successivamente con l’attuale proprietario, Alessandro Mazzoni, sotto l'attenta regia della moglie Susanna Martin, nonché sotto il controllo della sovrintendenza delle Belle Arti della Regione Lombardia.
Attorno all'edificio fortificato, circondato dal fosso, si è sviluppato un villaggio, anch’esso ristrutturato: è presente un mulino con tutti i suoi macchinari e nella parte est della cascina si può ancora notare l'esistenza di una chiesa che oggi è stata inglobata nella cascina stessa.
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